Stavo davanti a una aula, non sapeva come mi avevo ritrovato li. Era una aula con allievi del sesto, che non conosco, per cui me prendevano in giro. Uno di loro, un ragazzo abbastanza grande e muscoloso, aveva metto il suo braccio attorno al mio collo e lo stringeva. Me ne volevo andare, sfuggire della sua presa, ma era troppo forte e non ci riuscivo. Non sapevo cosa fare.
Ad un momento il professore dell’aula guardò nella nostra direzione e il ragazzo me ha dovuto lasciare andare, scherzando che era soltanto per scherzare.
Non era un ragazzo qualunque, lui non si fermava alle regole. Spesso deve lasciare le aule quando gli insegnati si lamentano del suo comportamento. Nell quinto e sesto anno ci ne sono molti cosi. Perciò che, persino io sono anche un insegnante, perché sono nuovo e lui non mi conosce, fa come se io fosse un’altro allievi. Non mostra nessun segno di rispetto. Forse è anche una parola che lui non conosce.
Al momento che il insegnate ci ha visto e che il ragazzo mi ha dovuto lasciare, me ne sono andate e ho ancore sentito il suo sguardo su di me, come se voleva vendicarsi di me. Ho cominciate a sentire paura e ad andarmene plus velocemente.
Ho guardato indietro e ancore lo ho visto che me seguiva. Sapevo che voleva essere con me da solo per terminare il lavoro che aveva cominciate. A lui non piace non poter aggredire a qualcuno senza terminarlo.
Ho cominciate a correre e vidi che lui stava facendo lo stesso. Cominciò a correre per la mia vita.
Sono andato nei corridoi e saltavo le scalinate senza fermarmi. Ad un punto avevo raggiunto i cucini. Non sapevo dov’era il ragazzo ma non poteva essere molto lontano. Dovevo trovare un posto dove nascondermi. Ho guardato attorno a me ma non vidi niente.
A questo momento, mi svegliai.